Li sentite questi suoni? proprio questa è la notte dedicata proprio a loro, gli strumenti della settimana Santa!
I rumori tipici di questi giorni sono prodotti con strumenti a percussione o a raschiamento, generalmente qualificati come “strepiti”. La denudatio altaris prevedeva innanzi tutto il silenzio delle campane (alcune venivano addirittura legate con delle funi, per ribadire il concetto) affidando a strumenti di legno il compito di convocare i fedeli alle funzioni religiose.
e quindi via ai suoni di matraccas e taulittas (anche definite troccole, battole, tabelle) l’uso di tali congegni fonici simboleggiava il ritorno a uno stato primitivo e originario della condizione umana: si utilizza un suono umile e sordo al posto di quello squillante e limpido delle campane che rievoca una pratica risalente all’epoca in cui i cristiani si nascondevano ancora nelle catacombe.
il silenzio delle campane simboleggia la fuga degli apostoli incapaci di testimoniare il vangelo, quando però il Cristo ritorna in vita e sconfigge la morte, istantaneamente le campane incominciano a suonare e il “legname” sostitutivo torna nell’armadio per restarci fino all’anno successivo.
Chiara Schirò